Questa è la Regola dei Templari di San Bernardo: |
"Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti" (Mc 10,43).
Chi non è conforme, o non ha intenzione di rinnovarsi in tale Regola non è ancora dei nostri !
Non nobis Domine... |
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L’essere Templare
non è
una filosofia ma un modo
di vivere spirituale,
morale e sociale. Più
dello studio e della
conoscenza della storia
del mitico Ordine serve
l’azione. Il Templare è un
cristiano che assume uno
stile di vita che va
praticato nel
quotidiano, ed in unione,
personale e spirituale,
con i fratelli e le
sorelle. |
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Immagini
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Templari Veri e ...
Non per vana gloria, ma per la
Gloria…
di fra' Gianni Battini
I Templari erano la vera Milizia
di Cristo, per questo non sono sopravvissuti in
modo fisico ai loro persecutori, ma hanno
continuato a vivere nella Gloria dello Spirito,
che la Grazia concede ai giusti!
Non amavano la gloria, come recita
il loro motto: “Non nobis Domine, non nobis, sed
nomini tuo da Gloriam”. Avevano superato le
lusinghe della “veritas” e non si curavano –
essendo giunti nei pressi dell’assoluto – di
lasciare memorie del loro passaggio. Sebbene la
loro epopea sia durata quasi due secoli, di loro
si sa poco. Sono più le cose dedotte o inventate,
che quelle certe, sia in Terra-Santa che in
Europa. Anche per questo i Veri Pauperes Milites
Cristi (se ci sono) continuano ad essere senza
apparire.
Il rischio di essere presi nella
vanità del mondo è sempre troppo forte. Quindi per
rinunciare alla superbia che genera il buio
(assenza di Cristo), per restare alla luce (di
Cristo) ripetiamo insieme e diciamo: “Non nobis
Domine, non nobis, sed nomini tuo da Gloriam!”.
Il resto è vanità… |
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Templari veri e...
UNA
PRECISAZIONE COERENTE
Segnaliamo questo importante commento alla faccenda
templare, in quanto pseudo/sedicenti templari vogliono
accreditarsi "radici" che non hanno!
Dopo
aver letto questo testo, potremo dire: il resto sono tutte
storie!
Mi
sia permesso di dubitare - e molto - sul fatto che possano
esistere documenti che attesterebbero gli attuali "Ordini"
templari come eredi dell'antico Ordine del Tempio. Il 22
Marzo 1312, Papa Clemente V, con la bolla “Vox in excelso”
soppresse l’Ordine del Tempio: il Sommo Pontefice, come
capo visibile della Chiesa, come suprema autorità da cui
il Gran Maestro dell’Ordine Templare e l’Ordine stesso
dipendevano direttamente, aveva facoltà di estinguere
l’Ordine ed una volta che tale soppressione fosse
avvenuta, nessuno, se non la legittima autorità della
Chiesa stessa, avrebbe potuto restaurarlo. Potremmo
discutere se la soppressione fosse opportuna o anche se
moralmente fosse giusta, ma ciò non sposterebbe di una
virgola la realtà dei fatti: Clemente V era il Papa, Capo
visibile della Chiesa di Cristo, diretto superiore
gerarchico del Gran Maestro dell’Ordine, poteva sopprimere
l’Ordine, questo era nel suo diritto ed egli si servì di
questo diritto e di fatto soppresse l’Ordine. Lo stesso
Clemente nella bolla “Ad providam Christi Vicarii” del 2
Maggio 1313, chiarisce che “Questa estinzione dello
statuto dell’Ordine, del suo abito, del suo stesso nome,
Noi l’abbiamo decretata con l’approvazione del Sacro
Concilio, non sotto forma di sentenza giudiziaria, poiché
secondo le inchieste ed i processi intentati in questo
affare, Noi non eravamo giuridicamente in grado di
pronunciarla, ma come provvedimento, cioè con ordinanza
apostolica”. Clemente V sembra dirci di non sapere se
l’Ordine fosse colpevole delle accuse che gli venivano
rivolte, di eresia eccetera, o se al contrario fosse
innocente, per cui non poteva sopprimerlo in base a queste
accuse, tuttavia siccome era sua volontà sopprimerlo, ed
essendo lui il Papa aveva facoltà di farlo, di fatto lo
sopprimeva. Non mi sembra che ci sia spazio per altre
interpretazioni. E’ possibile che, in seguito alla
soppressione decretata da Papa Clemente V, vi siano state
delle investiture? Il 22 Marzo 1312 l’Ordine cessò di
esistere, se da qualche parte in Europa, successivamente a
questa data, in qualche Precettoria o in qualche Magione
templare, fossero stati accolti dei novizi e fatti nuovi
Cavalieri (Il che non è), ciò sarebbe avvenuto in maniera
assolutamente illegale, perché non conforme alla lettera
della legge, espressa nella bolla “Vox in excelso”, che
proibiva la continuazione o la ricostituzione dell’Ordine,
ed illecita, perché non conforme al fine voluto dalla
legge, che voleva la
fine dell’Ordine, e, poiché l’Ordine
non esisteva più, quei tali, ammesso che ve ne siano
stati, non sarebbero stati Templari. Avrebbero potuto i
Cavalieri Templari trasmettere ai loro figli la loro
dignità di cavalieri? Qui la riposta è più facile:
l’Ordine era composto da monaci-cavalieri, monaci con
facoltà di impugnare le armi, ma pur sempre monaci,
vincolati alla castità,
obbedienza e povertà. Non esistevano
Monaci
Templari coniugati.
Pur ammettendo che qualcuno di loro possa aver peccato, è
certo che, mentre si può trasmettere ai figli il proprio
nome, il proprio titolo nobiliare, i propri beni
materiali, non si possa trasmettere lo status monastico
come non si può trasmettere quello sacerdotale, che
derivano sia da una vocazione soprannaturale e dalla
conseguente adesione personale, che dalla chiamata del
legittimo superiore. Avrebbe potuto l’ultimo Gran Maestro
dell’Ordine, Jacques Bernard de Molay, trasmettere i suoi
poteri ad un altro Cavaliere per assicurare la continuità
dell’Ordine? Anche riguardo a questo punto la risposta mi
sembra piuttosto facile: l’autorità magistrale non era
ereditaria, bensì elettiva e Jacques de Molay non ne era
il proprietario e quindi non avrebbe potuto conferirla o
trasmetterla a chicchessia, così come Benedetto XVI non
può nominare il Papa suo successore, essendo il
Pontificato elettivo, né Giorgio Napolitano può nominare
il prossimo Presidente della Repubblica Italiana, e così
via. Ma ammettiamo che Jacques de Molay abbia redatto nel
1314 un atto di conferimento dei poteri del Gran Maestro
ad un altro cavaliere (Il che non è): vogliamo domandarci
il valore di questo documento? Tenendo presente che
l’Ordine era già stato soppresso da due anni, il valore di
questo documento è zero! Scendiamo ancora più nel ridicolo
ed ammettiamo che l’atto fosse di qualche tempo precedente
alla soppressione dell’Ordine (il che non è): tenendo
presente che la carica di Gran Maestro era elettiva, il
valore del documento è ugualmente zero! Zero, meno della
carta su cui sarebbe stato scritto!
Cordialmente,
Knight Richard - Roma
Ecco cosa dice un passo
finale della bolla "Vox in excelso":
…Anche in altri casi, pur
senza colpa dei frati, la chiesa romana qualche volta ha
soppresso ordini di importanza assai maggiore per motivi
senza paragone più modesti di quelli accennati, pertanto
con amarezza e dolore, non con sentenza definitiva, ma con
provvedimento apostolico, noi, con l'approvazione del
santo concilio, sopprimiamo l'ordine dei Templari, la sua
regola, il suo abito e il suo nome, con decreto assoluto,
perenne, proibendolo per sempre, e vietando severamente
che qualcuno, in seguito, entri in esso, ne assuma
l'abito, lo porti, e intenda comportarsi da Templare. Se
poi qualcuno facesse diversamente, incorra la sentenza di
scomunica ipso facto…
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I Templari
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«Sono
leoni in guerra e agnelli pieni di dolcezza nelle loro case.
Sono rudi cavalieri nel corso delle spedizioni militari ma
simili a eremiti nelle chiese. Sono duri e feroci contro i
nemici di Dio e prodighi di carità verso gli uomini pii e
timorati di Cristo... e tutte le volte che i cavalieri erano
chiamati alla battaglia, essi domandavano non quanti fossero i
nemici, ma in che luogo si trovassero...»
Jacques de Vitry, Histoire
des Croisades
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Templarismo
Tanti sono i gruppi, piu' meno storici,
che si dicono o si ispirano oggi all'Ordine dei Templari. Questi
pseudo ordini cavallereschi che compongono il panorama del
neotemplarismo mondiale sono, per lo piu', gruppi derivati dalle
numerose sissioni dell'ordine templare rinato in Francia nel
1705. Alcuni, sono di recente costituzione...
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La tradizione
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Per la conservazione e la testimonianza, alcuni fratelli del
Tempio, si adunarono nel giorno della Pentecoste, per ripetere i
segni e le parole, che in ogni tempo e luogo sono sempre le
stesse...
Deus Vult
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Il rapporto
cristiano-Cristo |
E'
fondamentalmente un
rapporto
discepolo-Maestro. Tant’è
vero che nel Vangelo,
coloro i quali aderiscono
a Cristo vengono chiamati
“discepoli”. La parola
“cristiano” non figura nei
Vangeli. I seguaci di
Cristo cominciarono a
chiamarsi cristiani ad
Antiochia, dopo la
Pentecoste (At 11,26).
Gesù, allora, chiamandosi
Maestro ed invitandoci a
farci suoi discepoli,
intende prolungare in noi
il suo essere diventato
uomo. Essere suoi
discepoli significa
condividere, nel nostro
diventare uomini e donne
veri, il suo Essere Uomo.
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Il pensiero
divino, la sapienza
divina, la verità divina,
che è diventata uomo in
Cristo, prolunga il suo
diventare in me, in te.
Stando con Lui mi realizzo
sulla sua stessa lunghezza
d’onda del suo essere.
Signore, aiutaci a
diventare uomini e donne
veri in modo che chi non
ti conosce o non ti vuole,
attraverso noi, possa
capire la meraviglia di un
Dio che si è fatto uno di
noi.
don Mauro |
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Approfondimenti spirituali per i
Cavalieri e le Dame del Tempio |
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Brani tratti da: San Paolo, 2 lettera a Timoteo
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2 Timoteo 2, 1-13
Il
soldato fedele di Gesù Cristo
1Co 9:24-27 (2Ti
3:10-12; 4:5-8; Ap 2:10; Mt 10:32-33)
2:1 Tu dunque, figlio mio,
fortìficati nella grazia che è in Cristo Gesù,
2 e le cose che hai udite da me in
presenza di molti testimoni, affidale a uomini
fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad
altri. 3 Sopporta anche tu le
sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù.
4 Uno che va alla guerra non
s'immischia in faccende della vita civile, se vuol
piacere a colui che lo ha arruolato. 5
Allo stesso modo quando uno lotta come atleta non
riceve la corona, se non ha lottato secondo le
regole. 6 Il lavoratore che fatica
dev'essere il primo ad avere la sua parte dei
frutti. 7 Considera quel che dico,
perché il Signore ti darà intelligenza in ogni cosa.
8 Ricòrdati di Gesù Cristo, risorto
dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio
vangelo, 9 per il quale io soffro
fino ad essere incatenato come un malfattore; ma la
parola di Dio non è incatenata. 10
Ecco perché sopporto ogni cosa per amor degli
eletti, affinché anch'essi conseguano la salvezza
che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
11 Certa è quest'affermazione: se
siamo morti con lui, con lui anche vivremo;
12 se abbiamo costanza, con lui anche
regneremo; 13 se lo rinnegheremo
anch'egli ci rinnegherà; se siamo infedeli, egli
rimane fedele, perché non può rinnegare sé stesso. |
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2 Timoteo 3, 1-9
Corruzione estrema degli
ultimi tempi
(2P 2,1-22; Gd 3, ecc.; Tt 1,10-16)
3:1 Or sappi questo: negli ultimi
giorni verranno tempi difficili; 2
perché gli uomini saranno egoisti, amanti del
denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori,
ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, 3
insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti,
spietati, senza amore per il bene, 4
traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del
piacere anziché di Dio, 5 aventi
l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato
la potenza. Anche da costoro allontànati! 6
Poiché nel numero di costoro ci sono quelli che si
insinuano nelle case e circuiscono donnette cariche
di peccati, agitate da varie passioni, 7
le quali cercano sempre d'imparare e non possono mai
giungere alla conoscenza della verità. 8
E come Iannè e Iambrè si opposero a Mosè, così anche
costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente
corrotta, che non hanno dato buona prova quanto alla
fede. 9 Ma non andranno più oltre,
perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti,
come fu quella di quegli uomini. |
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2 Timoteo 4, 1-5
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Testimonianza ed azione nella Verità |
At 20,28-31 (2Ti 2,3-7; 1P 5,1-4)
1 Ti scongiuro, davanti a Dio e a
Cristo Gesù che deve giudicare i vivi e i morti, per
la sua apparizione e il suo regno: 2
predica la parola, insisti in ogni occasione
favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera,
esorta con ogni tipo di insegnamento e pazienza.
3 Infatti verrà il tempo che non
sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito
di udire, si cercheranno maestri in gran numero
secondo le proprie voglie, 4 e
distoglieranno le orecchie dalla verità e si
volgeranno alle favole. 5 Ma tu sii
vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze,
svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente
il tuo servizio. |
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