SUPERBIA,
PATACCHE E
VANAGLORIA
L'Evangelo,
l'umiltà e la
fraternità erano e sono alla base
della spiritualità e dell'azione dei veri
Milites Christi
Con
questo contributo, frutto di una sentita
sofferenza e di una rinnovata
spiritualità, il fratello Giampaolo, fa
sua la nostra Regola, donandoci una
riflessione che vi invito a meditare e a
fare propria
Fratelli non fatevi intimidire se
qualcuno vi insegue sulla strada
del Tempio mostrando curiosità ed
invidia che nulla hanno a che
vedere con la nostra Fede.
Semplicemente ignorateli perché
essi non sono nulla che valga la
pena di essere inseguito. Chi
percorre una strada lastricata di
patacche spinto dal vento malefico
della vanagloria non serve al
Tempio e nemmeno può Servire il
Tempio. La Santa Croce è il nostro
simbolo ma diffidiamo di chi vuole
la Croce grossa. I cavalieri della
croce grossa vogliono mostrarsi
superiori senza capire che in un
mondo di fratelli la grande croce
non esiste. Esiste solo la Croce,
quella del Cristo.
Il termine supernus, o ordine, non
serve a far vivere ciò che non c’è
(perché non può esserci), e che si
regge solo sulla tecnica della
conoscenza primordiale, unita alla
“pataccheria” diffusa ed alla
vanagloria. Chi fa questo è
costretto ad inventarsi ogni volta
in associazioni varie, che nulla
hanno a che vedere con la Fede, ma
solo con la burocrazia, per
riuscire a trovare una chiave che
non serve se non a chi non è nella
Chiesa, perché se ne sta al di
fuori.
Noi, fratelli, siamo nella chiesa
a pieno titolo, hic manemus et
manebimus optime, perché è il
luogo che il Santo Battesimo ci ha
dato. Mentre Milites Christi lo
siamo perché è la Santa Cresima
che ci ha reso tali e pauperes
vogliamo sentirci per essere più
vicini alla spiritualità della
Congregazione, che non discende da
chi non c’è più, ma che vuole
rivivere lo spirito che un tempo è
stato dato, agli allora soldati di
Cristo, da S. Bernardo, del quale
assumiamo nel nostro quotidiano la
Regola e non solo il nome.
Non disperiamo mai quando qualcuno
ci insegue nel nostro impegno e
nelle nostre attività e cerca di
colpire tutti noi con il
pettegolezzo. Queste sono le loro
patacche che mostrano il limite di
chi crede di contare più di ogni
altro mostrando ciò che non è,
oppure mostrandosi diversamente da
ciò che è.
Il maligno non si mostra mai nella
tenebra. Il maligno si mostra
nella luce che può venire dalla
superbia, madre della vanagloria
così come dai lampeggi dei flash
dei fotografi. Oppure da chi parla
di Mantelli splendenti quando i
mantelli sono stati e saranno
sempre i nostri bianchi mantelli,
mai indossati come li indossavano,
gli scribi ed i farisei.
Noi stiamo con il Papa. E con lui
saremo sempre, ubbidendo ai nostri
Vescovi senza nulla chiedere, ma
solo per metterci al servizio
della Chiesa.
Fratelli, riflettiamo insieme su
queste parole di un fratello che,
soffrendo intimamente ha capito
che la strada vera verso il Tempio
sta, per noi che l’abbiamo scelta,
nella nostra Congregazione. E che,
la Gerusalemme Celeste, non la si
conquista con le patacche o col
mettersi in mostra. Noi non
dobbiamo essere né belli né
splendenti. Noi vogliamo indossare
i nostri mantelli come indossiamo
Dio secondo l’invito di S. Paolo.
Preghiamo per il Santo Padre che
sta guidando la Chiesa in un mare
tempestoso. E Preghiamo per tutti
noi e per le anime dei fratelli di
un tempo, che hanno pagato cari
gli errori, per l’arroganza di un
re ingordo, ma anche per la
debolezza, in una terra di esilio,
per il Papa di allora.
Preghiamo e rivendichiamo lo
spirito, ma non la discendenza
come altri fanno. E preghiamo per
l’anima di chi ci insegue
dall’alto della loro arroganza e
supponenza, vivendo senza patacche
e vanagloria.
Non nobis Domine, non nobis sed
nomini Tuo da gloriam.
fra
Giampaolo Leani |