Fratelli, da tempo si
incontrano le cose più strane
sulla strada che unendoci in
Congregazione vogliamo
percorrere verso il Tempio nel
pieno Spirito Templare che
corrobora la nostra scelta di
essere milites Christi, non
tanto a fianco della Chiesa ma
dentro la Chiesa a pieno
titolo senza ricercare, come
altri mostrano di voler fare,
strumenti di ogni genere per
avere una chiave che non
serve.
Non dobbiamo criticare ma,
semplicemente, ignorare questi
atteggiamenti dei quali già
abbiamo parlato.
La strada verso il Tempio non
è un terreno di gara dove c’è
chi vuole arrivare primo,
magari al fotofinish. E’ un
percorso di Fede che non ha
bisogno di essere suffragata
da qualsivoglia iniziativa a
sfondo pubblicitario che
trasforma le processioni in
sfilate e le preghiere in
cori. La nostra strada è
aperta a tutti coloro che
vogliono camminare con noi
alla luce della Verità, senza
riti che richiamano, ahimè
l’esoterismo o sgradevoli
impressioni quasi che il
mantello possa essere un finto
grembiule.
Nemmeno dobbiamo usare lungo
la nostra strada lo strumento
del dire e del mostrare per
far credere ciò che non è. Noi
dobbiamo essere sempre legati
alla nostra ispirazione che fa
della spiritualità templare lo
strumento per avvicinarsi a
Gesù Cristo e null’altro.
Il folclore e l’immagine sono
strumenti che nessuno di noi
deve privilegiare e che
lasciamo ad altri. Dobbiamo
essere noi stessi e nulla di
più.
I nostri mantelli devono
essere un simbolo non da
mostrare ma da vivere dal
momento in cui lo si indossa.
Li indossiamo per noi e non
per metterli in mostra. Perché
racchiudano in loro la nostra
Fede, che non è e non deve mai
essere qualche cosa da
esibire, ma da vivere. Una
testimonianza!
Preghiamo fratelli, perché sia
sempre così e preghiamo per
tutti coloro che fanno del
mettersi in mostra la loro
finalità.
La spiritualità templare sia
sempre con noi mentre ci
poniamo, senza atteggiamenti
da farisei, a servizio della
Chiesa di cui facciamo parte
e, per la Chiesa tutta, a
servizio del Santo Padre che
non riceverà da noi altro che
l’ubbidienza che gli dobbiamo.
Al Suo fianco davvero, senza
far finta di esserci. Non
vogliamo che i Vescovi vengano
a noi ma dobbiamo essere noi
ad andare da Loro, con quello
spirito di servizio che fa di
ognuno di noi un Templare
secondo la regola che non
viene da alcun capo, più o
meno carismatico, ma
direttamente dal nostro Padre
S. Bernardo, la cui regola
abbiamo liberamente scelto.
Questo ci interessa conoscere
e non c’è, e mai ci sarà,
alcuna conoscenza primordiale
o di quel genere che ci porti
su ben altre strade. Preghiamo
fratelli, perché il nostro
passo sia ben saldo e fermo
sulla strada verso il Tempio e
bando alle ciance.
Non nobis Domine, non nobis,
sed nomini Tuo da gloriam
Fra’ Gianpaolo Leani
- Legatus loci, Commanderia
Santa Croce - Cremona |