1 - Non tutti i
bimbi concepiti riescono a portare a termine il loro
viaggio, nascendo. Alcuni a causa del proprio destino:
“nasce l’uomo a fatica ed è rischio di morte il
nascimento”, annotava Leopardi. Altri per libera
[chiamiamola così] determinazione della madre. Aborti
terapeutici o volontari. Comunque vadano le cose, a alcune
domande ineludibili del tipo
«Dov’è ora
il mio bambino?», «Come posso essere in comunione
con lui e come posso ricordarlo?», «Cosa posso fare
per gli altri bambini?», «Cosa posso fare per gli altri bambini?»
occorre dare plausibili risposte. Per i credenti e per i
non credenti. Domande antiche come l’uomo, d’eterna
attualità “dal dì che nozze tribunali ed are/ diero alle
umane belve essere pietose/ si se stesse a d’altrui …”.
Riprende Foscolo.
A Piacenza
qualcuno s’è messo in rete a tale scopo: anche ai non nati
spetta la sepoltura e, con la sepoltura l’onore e la
pietà. Anzitutto il Centro Manfredini con don Angelo
Bertolotti [proprio in via Beati, sede del Centro, è
installata la “Culla per la vita” di Piacenza; per quei
bimbi che nati non sono accolti], poi i Templari di San
Bernardo, l’Associazione Identità Europea Area
Emilia [da pochi giorni rinata come Idea d’Europa],
tutti raccolti attorno alla ADVM [Associazione
Difendere la Vita con Maria] di don Maurizio
Gagliardini. Venerdì scorso una breve processione ha
accompagnato nel campo comune del quarto reparto del
cimitero urbano il feto, morto dopo 20 settimane di
gestazione, e lì inumato.
2 - A tutte le
domande, relative al destino giuridico ed escatologico dei
bambini morti prima di nascere e
prima
del battesimo, ha cercato di rispondere un convegno
svoltosi a Roma lo scorso anno, presenti i cardinali Ennio
Antonelli ed Elio Sgreggia cui i citati sodalizi
piacentini hanno partecipato, così come al successivo,
svoltosi quest’anno a Loreto. Fra le altre cose si è
cercato di analizzare le conseguenze spirituali,
psicologiche, fisiche e sociali della perdita perinatale
del proprio bambino, per cause naturali o per interruzione
volontaria della gravidanza. Una vale l’altra. È anche
sulla base del confronto svoltosi in quelle occasioni che
a Piacenza si è chiesto sia direttamente all’AUSL, sia
all’allora candidato e ora sindaco Dosi un di potere
provvedere al seppellimento dei resti dei bambini non
nati, a cura e spese dell’associazione ADVM. Si resta in
attesa di risposta.
3 –Infatti
qualche problema ancora c’è; qualche ritardo o
inadempienza, senz’altro una cattiva perpetuata o
perpetrata mala informazione non hanno mai portato a
debita conoscenza delle donne che fin dal 1975 un decreto
del Presidente della Repubblica stabilisce “il
seppellimento dei prodotti del concepimento abortivi di
presunta età inferiore alle 20 settimane”, a richiesta dei
genitori. E sopra le 20 settimane? Vanno comunque sepolti.
A Piacenza dove, come e quando sono sepolti? E a
Fiorenzuola? E a Castelsangiovanni?. Si tratta di una
iniziativa di civiltà e di umanità, comunque collocata nel
rispetto della scelta della donna che vuole abortire.
Altrimenti questi feti, dove andrebbero a finire? Nei
rifiuti speciali ospedalieri? Il sentimento di una donna
che vuole abortire va in questa direzione? La scelta
dell’aborto è di per sé difficile, animata da sentimenti
ambivalenti e l’idea della sepoltura del feto può
consolare. Quanto meno, quando non dissuadere. Se la donna
chiede la sepoltura del feto abortito, dov’è il problema?
Se d’un canto è chiaro che non può essere un’imposizione,
d’altro canto -e anche alla mancanza di una esplicita
richiesta- quale violenza può esservi nell’atto della
sepoltura? Non si configura, certamente, in tal caso, una
forma di violenza contro la donna la cui scelta è comunque
rispettata.
4 – la semplice
inumazione di venerdì scorso, il feto, i due giovani
genitori affranti, la tomba n.81 del campo comune nel
quarto reparto, sono lì ora a interrogarci come cittadini,
come amministratori, come responsabili sanitari. Credenti
o non che siamo, vogliamo dar corso e prova di una prova
di umanità e di civiltà come la nostra città merita e si
aspetta?
Giovanni
Mariscotti – Idea d’Europa |