Nessuno
intende
riportare
questa
notizia: il
Parlamento
portoghese ha
respinto una
proposta di
legge che
intendava
aprire
l’adozione di
bambini alle
coppie
omosessuali (i
matrimoni gay
sono legali in
questo paese
dal 2010).
Evidentemente
non appartiene
a quella
categoria di
informazioni
“politicamente
corrette” a
cui il nuovo
regime
ideologico
vuole abituare
l’opinione
pubblica. Ora
il Portogallo
come è
successo nei
giorni scorsi
per l’Africa,
aprirà un
fascicolo per
esaminare le
sanzioni da
attribuire al
Portogallo per
la decisione
di non
affidare
bambini alle
coppie dello
stesso sesso!
Il Parlamento
portoghese, lo
scorso 14
marzo, ha
bocciato la
norma che
avrebbe
introdotto nel
proprio
ordinamento
legislativo
l’adozione di
bambini per
coppie dello
stesso sesso.
Il
provvedimento,
presentato dal
Partito
socialista,
attualmente
all’opposizione,
come riporta
il sito
“Liberoquotidiano.it”
«è stato
respinto con
112 voti
contrari, 107
a favore e
quattro
astensioni. La
legge avrebbe
consentito
alle coppie
dello stesso
sesso di
adottare i
figli
biologici o
adottivi di un
membro della
coppia». Tale
voto
parlamentare
fa seguito
all’approvazione
inaspettata,
lo scorso 17
maggio, di una
legge che
consentiva
l’adozione di
bambini per le
coppie
omosessuali. I
deputati del
centrosinistra,
riuscirono nei
loro intenti
approfittando
di
un’inconsueta
assenza
massiccia dei
deputati della
maggioranza
conservatrice.
Successivamente,
il 17 gennaio,
il Parlamento
portoghese
aveva
approvato la
convocazione
di un
referendum
popolare sulla
contesta
legge, ma tale
consultazione
era stata
respinta dalla
Corte
Costituzionale
per via dei
quesiti
proposti
giudicati
ambigui e poco
comprensibili
per
l’elettorato.Quest’ultima
decisione del
Parlamento
mette la
parola fine su
tale contesa
respingendo le
inique pretese
LGBT sugli
innocenti
bambini
portoghesi.
Tutti i
maggiori
partiti hanno
votato contro
la proposta.
Per un’altra
volta si è
riusciti a
difendere il
diritto dei
bimbi a non
essere privati
di un padre o
di una madre.
Sappiamo
inoltre che la
ricerca medica
ha rilevato
parecchie
preoccupazioni
circa la
salute
psico-fisica e
la longevità
degli
individui
omosessuali,
così come la
forte
instabilità
delle
relazioni
omosessuali. I
dati
ovviamente non
possono essere
applicati a
tutti gli
individui
omosessuali,
ma i risultati
sono,
purtroppo,
molto
negativi, e
non possono
essere
ignorati se si
considera il
collocamento
dei bambini.
A questo molti
obiettano
sostenendo che
alcuni studi
rilevano
alcuna
differenza tra
i bambini
adottati dagli
omosessuali e
quelli
adottati dalle
coppie
eterosessuali.
Tuttavia
abbiamo già
segnalato uno
studio del
2001 il quale
ha evidenziato
come «decine
di studi sui
bambini
allevati da
genitori
omosessuali
sono stati
male
interpretati,
per ragioni
politiche in
modo da non
attirare le
ire degli
attivisti
omosessuali o
incoraggiare
la retorica
anti-gay». E’
palese come i
ricercatori
riconoscano
che il campo
d’indagine è
troppo
giovane, i
numeri sono
troppo pochi,
troppe le
variabili. Nel
2008 si è
scoperto
inoltre che
«certi
risultati
potenzialmente
negativi
potrebbero
essere stati
oscurati da
effetti
soppressori».
Tuttavia, «le
differenze
sono state
osservate, tra
cui alcune
prove che
suggeriscono
come
l’orientamento
sessuale dei
genitori
potrebbe
essere
associato
all’orientamento
sessuale dei
bambini in
seguito e
l’attaccamento
dello stile di
vita
dell’adulto.
Inoltre,
ricerche più
recenti sulla
genitorialità
gay e lesbica
continuano ad
essere viziate
da molte
limitazioni,
compresi gli
effetti
soppressori
trascurati».
Un
riconoscimento
arriva dalla
ricercatrice
lesbica
Charlotte J.
Patterson in
“Children of
Lesbian and
Gay Parents:
Research, Law
and Policy”,
la quale
ammette che la
ricerca su
genitori
omosessuali e
i loro figli è
ancora molto
nuova e sono
relativamente
scarsi gli
studi
longitudinali.
La ricerca in
questo
settore,
continua la
Patterson, è
stata anche
criticata per
l’utilizzo di
gruppi di
controllo male
abbinati, con
campioni
relativamente
piccoli, e «ci
sono
effettivamente
state
inadeguatezze
nelle
procedure di
valutazione
impiegate su
alcuni studi».
a cura di
Giovanni
Profeta *
* La fonte
dell’articolo
è tratta da:
uccronline.it |